Nel Mese di settembre, a Rio de Janeiro in Brasile, si disputano le paralimpiadi, alle quali partecipa anche un nostro socio, Oney Tapia.
Oney ha perduto la vista soltanto cinque anni fa; ha superato la paura, ha sconfitto la disperazione e con audacia e risoluzione ha reagito alla grande.
Con intenso desiderio di vivere e di conquistare ancora dalla vita, appagamenti e gioie. Oltre alla propria indipendenza acquisita spostandosi con il bastoncino, oltre ai molti impegni e hobby, oltre alle tre bambine che lo illuminano di felicità quando lo circondano e che orgogliose parlano alle amiche del babbo campione; Oney da sportivo qual’era anche prima dell’incidente subìto sul lavoro, ha intrapreso l’attività sportiva agonistica.
Nella nuova condizione, prima ha giocato a torball e goalball con le nostre squadre conquistando con noi tre titoli italiani di goalball e alcuni tornei internazionali di torball.
Ha partecipato a ben quattro campionati europei di goalball con la nazionale italiana. Ha poi con noi scoperto di essere dotato ancora di una spallata possente. Spallata che indubbiamente arriva, dal suo trascorso sportivo da vedente come giocatore di Baseball e di Rugby.
Tre anni fa a Milano ai campionati societari di atletica leggera con Omero, ha scoperto di avere la capacità di lanciare disco e peso a buoni livelli. Avvicinato dai tecnici nazionali, ha intrapreso questa disciplina che ora lo ha portato alle paralimpiadi di Rio, con grandi probabilità di ben figurare.
Ma quanti sono i non vedenti o gli ipovedenti bergamaschi che hanno partecipato alle paralimpiadi?
- GIULIO GUSMEROLI
ha preso parte a ben quattro paralimpiadi: New York 1984, Seul 1988 e Barcellona 1992 con l’atletica leggera, Atlanta 1996 con il ciclismo in tandem, ed ha conquistato la medaglia di bronzo nei 5000 m. a New York. - DARIO MERELLI
ha partecipato a Seul 1988 e Barcellona 1992 con la disciplina del goalball, conquistando la medaglia d’oro a Barcellona. - ANGELO ZANOTTI
ha preso parte alle paralimpiadi di Seul 1988 e Barcellona 1992 con l’atletica leggera e a Nagano 1998 con lo sci, dove ha conseguito due ori. - MATTEO TASSETTI
ha partecipato ad Atlanta 1996, Sidney 2000 e ad Atene 2004 con l’atletica leggera, ed ha vinto l’oro nella staffetta quattro per cento a Sidney. - MARIA POIANI
ha partecipato a Pechino 2008 con il nuoto ed ha vinto due medaglie d’oro. - GIORGIO FUSTINONI
ha partecipato alla paralimpiade di Seul 1988, con il nuoto. - GUGLIELMO BONI
ha partecipato a Barcellona 1992 con il judo e a Sidney nel 2000 con l’atletica leggera. - MARIATERESA BETTINESCHI
ha partecipato a Barcellona 1992 con l’atletica leggera.
Oltre alle paralimpiadi, ovviamente questi e altri atleti hanno preso parte a parecchi campionati mondiali ed europei.
E se l’hanno potuto e saputo fare loro, perché no… un futuro che veda protagonisti nello sport anche i nostri attuali ragazzi e bambini?
Perché ciò possa avvenire, tuttavia, è essenziale che oggi i genitori, gli insegnanti e noi dell’associazione sportiva, tutti insieme incoraggiamo e supportiamo questi giovani a fare per prima cosa ginnastica, e successivamente lo sport che più li attira, o al quale possono essere inclini per doti fisiche.
È legittimo pensare innanzitutto, al futuro di questi giovani, rivolto allo studio, al lavoro e alla loro indipendenza; a ogni buon conto, per quale ragione precludere loro, la condizione ideale per esprimere la sportività agonistica che potrebbero riserbare?
Si sa bene che è difficilissimo fare sport ad alti livelli da adulti, avendo vissuto un’infanzia o un’adolescenza sedentaria e pigra, senza pertanto aver costruito l’armonia del fisico, la coordinazione dei movimenti e una muscolatura allenata a sostenere certe sollecitazioni.
Mi rivolgo in conclusione principalmente a voi genitori. I vostri figli, potranno essere degli adulti realizzati e stimati nel lavoro, con una loro propria famiglia, potranno divenire degli artisti, dei professionisti e quant’altro; ma vi assicuro che anche gli atleti che ho sopra elencato, si sono realizzati nella vita, sia in campo lavorativo, sociale e altro, e che a tutto ciò l’aver potuto fare sport ad alti livelli, li ha sensibilmente valorizzati e ulteriormente arricchiti di esperienze che hanno aumentato in loro, la propria autostima e la propria autonomia.
Carissimi genitori, ho cognizione e so con certezza che un bimbo o un ragazzo con problemi visivi, ha spesso timore nel confrontarsi con gli altri. Si sente naturalmente più sicuro e protetto dalle vostre cure senza esporsi.
V’invito ad incoraggiare i vostri figli, poiché quando riuscirete ad aiutarli a superare le loro paure, scoprirete con gratitudine e soddisfazione, vederli crescere sicuri, autosufficienti, sereni ed orgogliosi.