Corso di autodifesa

All’esordio di ogni nuovo corso, seguendo la mia personale esperienza, si cerca di trasmettere all’allievo le proprie aspettative e i risultati che si spera di ottenere, Gli allievi si aspettano invece una guida ferma e sicura per raggiungere l’obiettivo prefissato.

Tutto questo non è accaduto per il corso organizzato dall’Associazione Omero e dall’Associazione ciechi di Bergamo, quella sera, è vero ero dalla parte del docente, ma mi sentivo un allievo quanto e se non più di loro.

Quante perplessità ho coltivato durante l’estate, quante tecniche ripetute ad occhi chiusi per entrare nella parte, quanti pensieri per sapere se fossi stato in grado di dare più sicurezza a questi allievi speciali, se fossi stato in grado convincerli che ce l’avrebbero fatta.

Quella prima sera, non potevo avere la complicità dell’incrocio di uno sguardo, di guardare nei loro occhi la stima, lo stupore o la perplessità, quella sera non potevo aiutarmi con un movimento, con un esempio, quella sera avrei dovuto far “vedere” con le parole, il mio modo di eseguire una giusta autodifesa,  eppure la loro grande forza di volontà, la loro grande capacità di superare gli ostacoli, il loro “vedere” in modo speciale, non solo mi hanno sorpreso, ma hanno dato grande impulso alla mia fiducia cancellando ogni perplessità.

Ogni sera, non insegnavo soltanto, ogni sera imparavo da loro, ogni sera ero soddisfatto di aver trovato degli allievi così importanti per la mia didattica e per la mia conoscenza.

Il mio metro di giudizio nei confronti degli allievi è l’attenzione con cui ti seguono e l’analisi anche critica della tecnica, nessuno di loro ha accettato le nozioni senza averne la consapevolezza pratica, segno indistinguibile di allievi che ogni insegnante vorrebbe avere.

La consegna finale dell’attestato, non è stata solo un’azione simbolica, posso certamente considerare, che questi sono gli attestati più meritati di ogni altro corso.

Poi il primo corso ha lasciato spazio al secondo, in me c’era qualche esperienza in più, eppure loro, hanno trovato il modo di incrementare le mie conoscenze, di crescere insieme a loro.

Un buon insegnate deve avere sempre l’umiltà di ringraziare i propri allievi, perché lui da ogni lezione trae nuova linfa per la pianta del sapere, per questo dopo i vostri infiniti grazie, ne dico uno GRANDE io a tutti voi.

Una menzione particolare a mia figlia Francesca, grande aiutante nei due corsi, senza di Lei sarebbe stato tutto più difficile.    

Flavio Corrado

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